Le città occupano solo il 2% circa della superficie terrestre del pianeta, ma ospitano più della metà della popolazione mondiale.
Oggi il mondo vive la più grande ondata di urbanizzazione della storia: già entro il 2030, secondo l’ONU, esisteranno 43 megalopoli con oltre 10 milioni di abitanti – ovvero il 60% della popolazione mondiale abiterà in aree urbane.

Ripensare la città e affermare un nuovo paradigma per la società

L’aumento del numero di persone che abiterà in aree urbane non rappresenta però un indice di miglioramento della qualità di vita. Vivere in uno spazio sicuro, sostenibile e resiliente è fondamentale per la nostra salute, purtroppo non tutti godono di ciò. Di fronte alla previsione di crescita dell’urbanizzazione, le questioni di sovraffollamento, abusivismo e inquinamento urbano richiedono una soluzione urgente.
Le città di domani sono chiamate a farsi incubatori di un futuro migliore, perché possono essere pensate in modo da affrontare le tematiche sociali, economiche e ambientali che si incrociano con la crescente complessità nelle metropoli.
Le sfide da affrontare richiedono un ripensamento del modello economico tradizionale, puntando sull’economia circolare che sfruttando innovazione, competitività e sostenibilità rappresenta l’unica soluzione realizzabile.

Perché l’economia circolare è la soluzione più realistica?

Uno dei Sustainable Development Goals, entro il 2030, è “rendere le città e gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili” e l’economia circolare può essere il mezzo per ripensare l’approccio e la cultura per raggiungere quell’obiettivo. Grazie al diffondersi delle nuove tecnologie (esempi come mobilità elettrica o fonti rinnovabili), della consapevolezza ambientale (diffusa tra l’opinione pubblica) e l’impegno aziendale e istituzionale (cambiamento di strategie e maggiore collaborazione).

aerial view of city buildings during daytime

Gli obiettivi da raggiungere

Tra gli obiettivi della città del futuro ci sono sicuramente alloggi adeguati e sicuri, migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua e della gestione dei rifiuti, fornire accesso a aree verdi e sostenere la costruzione resiliente nei paesi meno sviluppati, supportare una pianificazione urbana che colleghi urbano e rurale e che sia pensata per ridurre l’impatto ambientale negativo.

Xiong’an: la città ecosostenibile, autosufficiente e smart

In Cina sono iniziati i lavori per realizzare il primo quartiere autosufficiente, una perla per uno dei Paesi che più inquina il nostro Pianeta.

La nostra proposta nasce dalla necessità di fornire soluzioni alle diverse crisi che si stanno verificando contemporaneamente nel nostro pianeta, al fine di creare una nuova vita urbana basata sulla bioeconomia circolare

Vicente Guallart, fondatore del progetto

Il progetto è affidato ad uno studio spagnolo e la sua particolarità consiste nel fatto che il quartiere sarà completamente autosufficiente per la produzione energetica e alimentare, il riciclo dell’acqua e lo smaltimento dei rifiuti.

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