Al momento i criteri per definire “sostenibile” un investimento sono molteplici e hanno un crescente livello di selettività – ma anche il più “stringente” tra questi si è dimostrato essere insufficiente.

Quali sono i criteri utilizzati nell’UE?

Partendo dal più leggero ci sono i criteri di esclusione, che consistono nell’esclusione di attività economiche, settori industriali o paesi eticamente controversi sulla base di principi o soglie;
C’è poi il criterio di inclusione, ovvero l’opposto che prevede la selezione delle aziende migliori di un determinato settore;
Il terzo criterio è quello di cui abbiamo già parlato: criteri ESG – inseriscono dei criteri di sostenibilità per selezionare gli investimenti tenendo conto degli aspetti di natura ambientale, sociale e governance.
L’ultimo criterio riguarda provvedimenti e azioni prese internamente da un’azienda per modificarne il comportamento, si definisce active ownership.

Tuttavia questi criteri sono così deboli che permettono di dire che qualsiasi investimento sia sostenibile – come dimostrano le percentuali equivoche: il 48% degli investimenti finanziari europei è dichiarato sostenibile – secondo la Commissione Europea solo il 3% lo è.

Perchè questa grande differenza tra i due dati?

Per la realizzazione del famoso Green Deal Europeo, la Commissione ha pubblicato dei criteri per la finanza sostenibile (2019, Action Plan) che sono stati aggiornati, per ovvie necessità, adottato la Tassonomia sostenibile.

La tassonomia sostenibile è una raccolta per definire cosa siano gli investimenti sostenibili, cioè attività economiche che contribuiscono alla crescita dei settori a basse emissioni CO2 e alla decarbonizzazione dei settori più emissivi.
Questo nuovo criterio spiega anche la precedente differenza di percentuali riguardo gli investimenti finanziari: la prima percentuale è ottenuta sfruttando i criteri ESG, mentre la seconda con la nuova tassonomia.

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Come funziona la tassonomia sostenibile?

Secondo questa Tassonomia, si definiscono sostenibili solo le attività che contribuiscono al raggiungimento di almeno uno di sei obiettivi, senza uno vada a danneggiare nessuno degli altri:
– Mitigazione dei cambiamenti climatici;
– Adattamento a cambiamenti climatici;
– Uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine;
– Transizione verso un’economia circolare;
– Prevenzione e riduzione dell’inquinamento;
– Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Che differenza di valutazione c’è tra i criteri ESG e la Tassonomia?

Mentre i criteri della Tassonomia sono molto più stretti perché compila una lista che elenca le attività economiche considerate sostenibili, tutto il resto viene tagliato fuori.
La stessa serietà vale per le attività incluse: per essere effettivamente inclusi bisogna poter dimostrare di non fare danno a nessuno degli altri obiettivi della tassonomia e non ledere i requisiti minimi di salvaguardia sociale.

Qual è il problema della finanza sostenibile?

Gli investimenti necessari per renderla attualizzabile, infatti servirebbero investimenti senza precedenti – almeno 90 trilioni di dollari entro il 2030.
I fondi pubblici, a detta della Commissione Europea, non saranno sufficienti.

L’adozione di questa tassonomia da un lato rappresenta una vera presa di posizione per gli obiettivi dell’Europa fissati entro il 2050, ma dall’altro lato metta in luce quanto, ad oggi, le nostre economie non siano ancora pronte a sostenere la transizione ecologica.

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