L’impatto dell’uomo sull’ambiente, con l’applicazione senza distinzioni e accortezze delle innovazioni tecniche, scientifiche e industriali, è fra le cause principali dell’emergenza climatica. Le tecnologie digitali oggi hanno il dovere di mirare verso una evoluzione conciliabile con la salvaguardia ambientale.

L’interazione tra dati, digitale e economia circolare rappresenta una grande opportunità per la ricerca e lo sviluppo nei settori della sostenibilità – nonostante sia chiara la necessità di un piano strategico e del sostegno politico per creare un sistema sostenibile, ma soprattutto di una grande determinazione per realizzarlo.

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Cos’è l’IoT e come funziona?

L’Internet-of-Things, in italiano Internet delle Cose, comprende tutti quei dispositivi che attraverso un chip e un indirizzo IP, possono connettorsi a internet e permettono uno scambio di dati attraverso la rete (senza necessità dell’intervento umano).

Negli ultimi anni le tecnologie IoT si sono sviluppate e pervaso la nostra quotidianità, così come si sono profondamente evoluti i numerosi ambiti in cui sono applicate: smart health, smart building, smart metering, smart factory, auto intelligenti, smart city, e ancora smart environnment, smart agricolture, smart logistics, smart lifecycle e smart retail.

Come l’IoT favorisce la transizione ecologica?

La digitalizzazione può favorire l’introduzione di nuovi modelli di business, aumentare efficienza e competitività e con l’innovazione trasformare completamente i modi attraverso cui generare valore, occupazione e benessere per la società.

Per l’ottimizzazione di molti processi produttivi sono impiegati i nuovi mezzi digitali tra intelligenza artificiale, realtà virtuale, Internet of things e big data.

Tutto deve essere connesso, nell’ottica della famosa Industria 4.0, che prevede la continua connessione tra sistemi fisici e digitali

Specifichiamo che Industria 4.0 non significa solo introdurre nuovi macchinari in azienda ma soprattutto cambiare il suo modello di organizzazione e produzione.
E’ un processo che si sviluppa su quattro ambiti principali: utilizzo dei dati e connettività (digitalizzazione e centralizzazione delle informazioni), le analytics (valorizzazione dei dati), interazione uomo-macchina e infine l’introduzione dello Smart Manufacturing (ovvero la produzione intelligente e ottimizzata).

Un processo di transizione che promette la diffusione, anche tra le imprese di piccole dimensioni, di processi produttivi altamente tecnologici, basati su automazione e interconnessione e in grado di influenzare la gestione del ciclo dei materiali in un’ottica di circolarità e sostenibilità.

Ripensare i modelli di business

Ripensare ai prodotti come beni che possono essere riciclati in tutto o in parte, può cambiare radicalmente i modelli di business aziendali, il funzionamento dell’azienda e aumentare i suoi stessi profitti (come abbiamo già accennato in altri articoli, il valore del prodotto per il consumatore potrebbe aumentare nel momento in cui acquista un ciclo di vita più lungo e si concretizza rappresentando dei valori).

Serve un piano strategico

L’obiettivo principale per il nostro Paese deve essere quello di realizzare un piano per attuare l’economia circolare che ci consenta, attraverso la progettazione e l’utilizzo delle risorse digitali, di ricostituire e rigenerare le risorse. Mirando a mantenere i prodotti a loro massimo livello e utilizzo, riducendo al minimo gli sprechi e facendo in modo che le risorse utilizzate siano mantenute il più a lungo possibile all’interno dell’economia.

Dobbiamo saper cogliere a pieno i benefici della rivoluzione industriale che stiamo vivendo, attuando iniziative sistemiche per lo sviluppo dello Smart Manufacturing e fornendo ai lavoratori le competenze digitali per le mansioni del futuro – pensare ad un piano strategico per sostenere la diffusione di processi tecnologici efficienti non è una possibilità ma una necessità per creare un sistema sostenibile e un’economia più competitiva.

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