Lo smart working è senza ombra di dubbio la tendenza del momento. Sempre più aziende e lavoratori preferiscono usufruire di questa opportunità di lavoro flessibile perché migliorerebbe la produttività. I vantaggi non si fermano all’ambito lavorativo, a beneficiarne ci sarebbero sia il fattore umano che quello ambientale.

Cosa si intende per smart working?

Smart working”, letteralmente “lavorare in modo intelligente”, si basa sul concetto di rivoluzionare il binomio statico lavoro-ufficio. Il lavoratore smart ha la possibilità di adempiere alle sue mansioni da casa, in aree coworking, al parco semplicemente utilizzando il parco di strumenti messi a disposizione dalle più attuali tecnologie (notebook, smartphone, servizi digitali, Cloud).

In quest’ottica cambia il paradigma dell’orario lavorativo: non si timbra più il cartellino. Lo smart working si valuta su risultati da conseguire e non si misura “a tempo”. La flessibilità risiede proprio nel dare la libertà al lavoratore di organizzare i propri tasks ed autogestirsi.

Effetti sulla produttività

La possibilità di gestire il proprio tempo, poter stare in un ambiente familiare sono fattori che incrementano la produttività e la qualità del lavoro svolto.
Inoltre contribuiscono ad aumentare il senso di benessere del lavoratore. Tra i vantaggi anche il risparmio di ore utilizzato per recarsi in ufficio, molto spesso in auto o con mezzi pubblici, il che implica tempo extra.


Parlando di numeri, secondo una ricerca compiuta dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, ottenuta da un’intervista di dirigenti che supervisionano lavoratori in regime di smart working, si evince che questa modalità di lavoro agile:

  • aumenta la produttività del 15%;
  • riduce il tasso di assenteismo al 20%;

Effetti sull’ambiente

I benefici dello smart working non si fermano al singolo individuo ma innescano un circolo virtuoso che si estende a tutto il Pianeta. Meno mezzi pubblici, meno auto, meno traffico equivalgono a meno emissioni.
Secondo uno studio condotto da Regus ed intitolato “The added value of flexible working”, con lo smart working – su larga scala – abbateremo le emissioni nell’atmosfera fino a 214 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, entro il 2030.
Un volume di anidride carbonica pari a quello assorbito da 5,5 miliardi di alberi in dieci anni. Nella sola Inghilterra, si stima che si eviterebbero 7,8 milioni di tonnellate di CO2, e a questo bisogna aggiungere 115 milioni di ore risparmiate dai pendolari nel traffico.


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